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Qualcuno è sopravvissuto all'eruzione di Pompei?

Sì, alcune persone sopravvissero all'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che distrusse le città romane di Pompei ed Ercolano. La maggior parte dei sopravvissuti riuscì a fuggire prima che le ondate piroclastiche o le nubi di cenere li raggiungessero, mentre altri riuscirono a trovare rifugio in strutture sotterranee o dietro spessi muri.

Il sopravvissuto più noto è Plinio il Giovane, un politico e scrittore romano, che soggiornava a Misenum, una base navale attraverso il Golfo di Napoli da Pompei. Plinio il Giovane assistette da lontano all'eruzione e descrisse l'evento nelle sue lettere. Lui e sua madre sono riusciti a fuggire in barca.

Un altro gruppo di sopravvissuti fu scoperto tra gli scavi di Ercolano, dove si erano rifugiati in una rimessa per barche vicino alla spiaggia. La rimessa delle barche li ha preservati dal caldo intenso e dalla cenere, ma alla fine sono morti a causa del gas tossico. Nella rimessa delle barche sono stati trovati gli scheletri di circa 300 persone, suggerendo che non fossero riuscite a fuggire in tempo.

Ci sono prove di sopravvissuti anche nella stessa Pompei. Alcuni scheletri sono stati trovati nei piani superiori degli edifici, suggerendo che potrebbero essere saliti su un terreno più elevato per sfuggire alla cenere e alla pomice che si sollevavano. Inoltre, tra le rovine sono stati trovati alcuni oggetti, come gioielli, monete e utensili domestici, indicando che alcune persone potrebbero essere state in grado di recuperare i propri effetti personali prima di fuggire.

Non si conosce il numero esatto dei sopravvissuti, ma si stima che alcune migliaia di persone riuscirono a sfuggire all'eruzione, fuggendo in zone più sicure o rifugiandosi in strutture sotterranee.